Una forma d’arte, di body art complesso che non utilizza i fluidi corporei bensì un’estensione, un’espansione esteriore di natura fibrinogena, una sorta di appendice canapacea delle fibre del corpo, dato che le corde archetipiche, per l’essere umano in quanto tale, sono i nervi: un bondager, in fondo, non fa che porre il fascio dei nervi di canapa in vista su un corpo rigirato come un guanto. Un campo artistico non facile da intraprendere, quello dello Shibari, che sopravvive e si fa largo faticosamente, ma con un senso di composta dignità, fra la diffidenza dell’opinione comune moralistica.
DolcissimaBastarda è l’unica bondager donna italiana che, dopo aver seguito un percorso di formazione personale, nascendo dal mondo del bdsm, ha iniziato ad avvicinarsi “per gioco al mondo del bondage” ed in seguito, stanca del classico Shibari costrittivo, ha intrapreso una strada diversa, trovando alternative alla tradizione giapponese ortodossa tramite una decisa rimescolanza di generi e stili. Ha avuto così origine un personalissimo fashion bondage che l’artista porta, a mo’ di performance, nei locali della capitale, riscuotendo sempre maggiore attenzione fra gli addetti ai lavori. (Sonia Caporossi)
www.dolcissimabastarda.com
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