venerdì 20 aprile 2012

WMM2 di Francesca Fini


WMM2
(niente politica per Marilyn)


Mi sono imbattuta di recente in un filmato propagandistico della Whirlpool del 1952. Ci sono tre meravigliose teen-ager americane che bevono coca-cola da bottiglie di vetro, in una bella cucina con il pavimento a scacchi e una mostra di elettrodomestici dai colori pastello. Una delle ragazze, Marilyn, è nei guai: deve scrivere un compito sul tema dell'emancipazione femminile, ma non sa da dove cominciare. Una delle amiche, l'intellettuale occhialuta, le suggerisce di parlare del voto alle donne e ottiene come risposta un sorriso pietoso. No, niente politica per Marilyn; lei vuole parlare della donna nella vita di tutti i giorni, vuole raccontare fatti vicini ad ognuna di noi. Ed è a quel punto che, dopo un segnale metallico, la lavatrice in cucina comincia a gorgogliare. A Marilyn viene una grande idea: perché non parlare dell'unica forma di emancipazione che tutte possiamo davvero condividere, ovvero quella dalle fatiche dei lavori domestici? Il filmato prosegue con Marilyn che guida le sue amiche alla scoperta del magico mondo degli elettrodomestici Whirlpool, fino a convincere le madri delle due ad ingannare i loro mariti per farsi comprare l'agognata lavatrice/asciugatrice. 
Pur nell'ingenua misoginia per cui l'emancipazione femminile si esplicherebbe concretamente nella capacità di raggirare il proprio uomo (dispensatore di denari) per farsi comperare una lavatrice, questa perla di filmato propagandistico Anni '50 mi ha colpita. Mi ha colpito il granitico assunto per cui la tecnologia è vista come fonte di emancipazione e riscatto femminile (anche se in questo caso si limiterebbe ad alleggerire le fatiche della schiavitù domestica).
La mia performance parte da queste suggestioni e le sviluppa ribaltandole.
Gli elettrodomestici vengono sabotati e manipolati nelle loro componenti elettroniche e trasformati in strumenti musicali interattivi. Strumenti/comandi che compongono un concerto di suoni e immagini in cui lo stesso stereotipo femminile di quegli anni, rivelato grazie ad una raccolta di materiale video di pubblico dominio, viene completamente stravolto e ribaltato. 

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